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L’attenzione a tutte le questioni che riguardano la famiglia e la morale sessuale sono state parte importante, delle riflessioni delle nostre organizzazioni e dei nostri movimenti per molti anni. Ci siamo ispirati al rinnovamento portato nella Chiesa dal Concilio, che riteniamo essere ora ripreso dal nuovo corso di papa Francesco.
Abbiamo dall’inizio fatto presente la distanza che si stava sempre di più ampliando tra il sentire comune di una gran parte del Popolo di Dio e le indicazioni dottrinali e pastorali del Magistero. Abbiamo fatto analisi, indicato percorsi per il cambiamento.
I due Sinodi indetti dal papa ci fanno sperare che sia giunto il momento per una nuova fedeltà all’Evangelo e perché il “sabato”, con le sue prescrizioni che Gesù condannava, non sia di ostacolo alla fede sincera di chi vuole praticare le virtù cristiane nella vita famigliare.
Abbiamo risposto ai due questionari proposti dalla segreteria del Sinodo e partecipato a tanti momenti di dialogo in questi mesi. Cerchiamo ora di riassumere quanto, insieme, proponiamo ai padri sinodali, quanto ci attendiamo sulle questioni principali in discussione.
I problemi di fondo della famiglia
Prendiamo atto con soddisfazione che la prima parte dell’Instrumentum Laboris (cap. 12-27) contiene un elenco dei problemi di fondo della famiglia che erano ben poco stati trattati nel Sinodo dell' ottobre 2014. Questa parte del documento sembra rendersi conto dei limiti della precedente attenzione alla famiglia, che era stata relativa quasi solamente alle questioni della coppia. L'Instrument Laboris mostra una consapevolezza più piena ponendo attenzione alle politiche sociali e alle politiche economiche che penalizzano la famiglia, delle esclusioni che la riguardano, della mancanza di lavoro, del suo impoverimento, delle migrazioni, dei malati, degli anziani e via di questo passo.
La voce dal basso, arrivata dalle risposte ai questionari, ha espresso la sua opinione e si è fatta sentire
Sulla scia di questo testo, riteniamo che nel prossimo Sinodo si dovrebbero sviluppare a fondo le riflessioni su tutte queste tematiche.
Un altro aspetto importante per cui avevamo anche chiesto più attenzione riguarda il problema del rapporto genitori/figli e a tutte le relative dinamiche educative. Su questo non ci siamo. La famiglia sembra essere solo una realtà di adulti e per adulti. Dei bambini se ne parla solo per constatare le loro sofferenze in caso di crisi tra i genitori, o come vittime di abusi, violenze e sfruttamento. Ciò non basta!
Chiediamo una maggiore considerazione per la situazione di sfruttamento e abuso dei bambini, delle bambine e delle donne.
In molte parti del mondo le donne non sono trattate in modo uguale agli uomini, sia dalla legge sia nella società e nella mentalità diffusa. Esse non hanno gli stessi diritti, sono maltrattate e sono anche l’oggetto di abusi sessuali. I diritti dei bambini sono trascurati in molti modi. Per esempio, in alcune aree del mondo, essi sono considerati come vera e propria merce o come lavoratori a basso prezzo o usati per fare la guerra e soffrono di ogni tipo di violenza fisica e psicologica. La Chiesa cattolica deve coraggiosamente esporsi, sfidare e contrastare queste pratiche ed esprimere grande solidarietà a tutte le vittime degli abusi, agli oppressi e ai marginalizzati.
I problemi fondamentali degli abusi sessuali del clero
Il Sinodo dovrebbe inviare un chiaro messaggio di pentimento ai sopravvissuti di abusi sessuali del clero e alle loro famiglie e per tutta la Chiesa, molti dei quali sono stati devastati dall'abuso sessuale dei bambini e dalla protezione istituzionale della Chiesa dei pedofili e della copertura dei loro atti criminali da parte delle autorità civili.
Gli errori della Chiesa istituzionale hanno portato ad una moltitudine di ulteriori abusi minori. Il Sinodo deve impegnare la Chiesa istituzionale al cambiamento diritto canonico che continua a vietare ai vescovi la segnalazione dei preti pedofili alle autorità civili a meno che una legge dello Stato obblighi alla segnalazione. Tutti coloro che non sono riusciti a agire per proteggere i bambini vulnerabili devono essere dichiarati pubblicamente responsabili per questi gravi ingiustizie fatte ai bambini. Il Sinodo deve impegnarsi a una riforma cristiana delle strutture di governo globale della Chiesa e della cultura che ha permesso questi abomini.
Metodo di consultazione e Composizione del Sinodo
Siamo stati dall’inizio favorevoli al nuovo metodo della consultazione generalizzata richiesta da papa Francesco, prima del Sinodo straordinario dell'ottobre 2014,e cheè stato effettuato nuovamente in questi mesiche portano alSinodo Ordinariodi ottobredel 2015.
Essa ha permesso a tutti noi di conoscere meglio le opinioni del popolo di Dio: opinioni che spesso erano lontane da quanto la Chiesa proponeva in materia di famiglia e di morale sessuale.
I risultati della consultazione, che purtroppo non è avvenuta ovunque in modo trasparente , ha generalmente confermato la volontà del Popolo di Dio di cambiare le disposizioni dottrinali e pastorali, in modo che siano più attente ai " segni dei tempi" e più fortemente ispirate al Vangelo.
Gli esiti delle risposte ai questionari mettono maggiormente in risalto quanto la composizione dell'assemblea sinodale non sia pienamente rappresentativa del popolo cristiano, e sia poco attrezzata ad affrontare la gravità e la complessità dei problemi che interessano oggi la famiglia Abbiamo proposto, e ci aspettavamo, che il Sinodo sarebbe stato veramente aperto alla partecipazione di tante realtà del Popolo di Dio, donne e uomini, coppie, singoli e gruppi coinvolti nell'universo delle questioni in discussione. Sono carenti, tra i membri del Sinodo, esperti di umanità "famigliare", sono carenti le varie aree di esperienza, di gioia e di sofferenza esistenti nell'universo cattolico sulla famiglia. La lista dei membri del Sinodo, pubblicata dal Vaticano il 15 settembre, conferma in pieno le nostre osservazioni.
Matrimonio, divorzio e nuove nozze
Tutti noi crediamo che l’ideale dell' indissolubilità del matrimonio rappresenti una risposta personale al profondo desiderio di un mutuo e permanente amore: un amore per sempre.
Una revisione dell’insegnamento tradizionale sull’indissolubilità del matrimonio è necessaria e urgente: l’ideale dell’indissolubilità deve essere considerata alla luce dei limiti della persona umana che, per molte e diverse ragioni, può fallire l’obiettivo di vivere il proprio matrimonio per sempre.
Ciò premesso, ci sembra che, per quanto riguarda i divorziati risposati circa l'Eucarestia, per la Chiesa cattolica romana la strada da percorrere, senza indugi o senza le tante altre soluzioni pasticciate di cui si discute in questi mesi, sia quella di tornare alla prassi dei primi secoli, che è ancora seguita dalle Chiese ortodosse. Che è quella di ammettere pienamente, dopo un adeguato percorso spirituale, opportunamente supportato, le coppie divorziate e risposate civilmente, a nuove nozze in Chiesa con valore sacramentale. Esse saranno così ben accettate dalla loro comunità cristiana.
L'Instrumentum Laboris 2015 fa un passo avanti quando prevede il riesame e l'eliminazione delle "forme di esclusione attualmente seguiti nella prassi liturgica e pastorale ... così come quelle in materia di istruzione e attività caritativa". (cp. 120)
Auspichiamo che il Sinodo riconosca che, per ogni persona divorziata risposata, debba valere il generale criterio della libertà di coscienza. Se lui o lei desidera ricevere l'Eucaristia deve poterlo fare senza alcuna censura, diretta o indiretta, da parte della comunità cristiana di cui egli fa parte, che ancor più deve sostenere ed accompagnare questa scelta responsabile.
Alla vigilia del Sinodo papa Francesco ha firmato un Motu Proprio sui processi canonici per le dichiarazioni di nullità del matrimonio. Aldilà del nostro atteggiamento critico sul concetto di nullità del matrimonio, siamo d’accordo
e accogliamo con favore la semplificazione delle procedure. Condividiamo che la responsabilità sia affidata al Vescovo, consentendo una maggiore attenzione pastorale al problema.
Chiediamo una giusta considerazione alla situazione dei bambini, della bambine e delle donne, che sono più vulnerabili e possono essere colpiti dal punto di vista economico da una decisione di nullità. Su questo punto il Motu Proprio è carente.
La comunità cristiana dovrà concentrarsi su un nuovo approccio verso i matrimoni celebrati solo civilmente, e alle convivenze civili stabili.
Dovremmo piuttosto concentrarci di più sulla realtà del rapporto tra i coniugi e con i figli più che agli aspetti formali della loro unione, invitandoli ad accedere al sacramento del matrimonio.
I preti, che si sono sposati e che chiedono di essere riammessi ad attività pastorali siano accettati, in modo che tutti noi possiamo usufruire della loro esperienza e capacità.
Persone e coppie omosessuali
Riteniamo che le aperture contenute nella Relatio post disceptationem debbano essere mantenute, mentre consideriamo del tutto insufficiente l’invito alla comunità cristiana (n.40 del questionario) di “proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione” e quanto scritto nell’Instrumentum Laboris. Va inoltre ribadito l’impegno della comunità cristiana non solo ad accogliere con spirito fraterno sia le persone che le coppie omosessuali ma anche a considerarle pienamente parte della Chiesa con ogni diritto e con ogni dovere e con la possibilità di contribuire ad essa con le loro specifiche sensibilità.
Oltre alla stessa Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, le diverse leggi che regolamentano nel mondo i rapporti tra le persone omosessuali dovrebbero essere accettate; ogni norma o prassi di discriminazione nella Chiesa e nella società dovrebbe essere contrastata senza reticenze.
Humanae Vitae
La questione della Humanae Vitae non può essere risolta con un richiamo rituale alla sua importanza, parlandone il meno possibile o sottolineandone solo alcuni aspetti. Questo è avvenuto nella Relatio Synodi e nel questionario. Nell’Instrumentum Laboris c’è un blando riferimento al ruolo della coscienza davanti alle prescrizioni dell’enciclica. E’ un passo in avanti, è ciò a cui si sono rifatti tanti coniugi cattolici da sempre. Ci sembra però che si debba prendere atto con franchezza, che questo insegnamento del magistero è decaduto integralmente per la mancata accettazione, fin dall'inizio, da parte del popolo cristiano. Se ci sono troppe resistenze a pronunciamenti espliciti, il Sinodo potrebbe almeno tacere su questa questione. Il non parlarne sarebbe un modo, anche se non il migliore, per uscire dall'impasse in cui ci si trova e lasciare decadere del tutto questo atto del magistero.
Auspichiamo vivamente che l'assemblea sinodale riesca a recepire quella voce dello Spirito che va nella direzione di un reale cambiamento delle prescrizioni ecclesiastiche e della pastorale, come è già avvenuto molte volte nella storia della nostra Chiesa.
Fratelli vescovi, lasciateviilluminaredallo Spirito Santo!
Roma, settembre 2015
Questo appello è stato realizzato dai gruppi che organizzano due conferenze internazionali a Roma nel novembre 2015 per commemorare il 50 ° anniversario del Concilio Vaticano II (1962-1965):
- 'Commemorare e rinnovare il Patto della Catacombe'
11-17 novembre, 2015 Info: www.pro-konzil.de - "Consiglio 50: Una Chiesa - ispirata dal Vangelo - per il mondo"
20-22 NOVEMBRE 2015, Info: www.council50.org