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Noi Siamo Chiesa ha partecipato ai funerali di Mons. Capovilla, un protagonista del Concilio

Mons. Capovilla: un protagonista del Concilio. Il cordoglio di Noi Siamo Chiesa e dell’International Movement We Are Church

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Il coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Ho partecipato questa mattina a Sotto Il Monte ai funerali di Mons. Loris Capovilla, il segretario di papa Giovanni. Vi ho rappresentato il sincero cordoglio di tutte e di tutti di Noi Siamo Chiesa , dell’International Movement We Are Church(IMWAC), oltre che quello mio personale, avendolo ben conosciuto negli ultimi anni.

Dire “Capovilla” voleva dire “Concilio”, voleva dire “papa Giovanni”, per lunghi difficili anni nella vita della Chiesa. Mons. Loris è stato un vescovo che ha sempre ascoltato, e con vero interesse, quanto pensavamo e quanto scrivevamo. Per quanto tendesse a difendere comunque l’istituzione ecclesiastica e a vederne soprattutto gli aspetti positivi, posso dire che egli guardava con grande attenzione e disponibilità alle nostre analisi e alle nostre proposte. Con lui si era stabilito un rapporto fondato su un dialogo vero.

Le sue posizioni erano esplicitamente e senza riserve per il Concilio e per lo spirito del Concilio di cui era stato uno dei protagonisti nascosti; si capiva bene, conversando con lui, la sua sofferenza, anche se mai esplicitata in modo diretto, per i freni che ne hanno bloccato per decenni l’attuazione. A lui chiedevano consiglio e con lui si sfogavano esponenti della struttura ecclesiale insofferenti per la situazione nella Chiesa. Di qui la sua evidente gioia per l’elezione di papa Francesco che egli considerava un nuovo papa Giovanni e che gli concesse quella porpora cardinalizia che gli era sempre stata negata per ciò che egli rappresentava nell’immaginario di una vasta area del mondo cattolico”.

Roma, 30 maggio 2016

 

 

La porta, già sbarrata, ora è socchiusa. Le riflessioni di Noi Siamo Chiesa sulla Amoris Laetitia

La porta, già sbarrata, ora è socchiusa. Dal basso il popolo cristiano la apra- e la tenga aperta- perché la fede nell’Evangelo ispiri nella Chiesa la vita quotidiana delle famiglie. Riflessioni di “Noi Siamo Chiesa” sulla Amoris Laetitia

La troppo lunga Esortazione Apostolica Amoris Laetitia inizia al paragrafo 3 con una affermazione che indica il percorso che si dovrà percorrere: “desidero ribadire che non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero… in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali. Infatti, «le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale […] ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato» (dal discorso conclusivo del Sinodo 2015)”. Questa affermazione di papa Francesco, tanto attesa, dovrà essere valorizzata. Dopo una consultazione diffusa in tutto l’universo cattolico e due sinodi ci si rende conto che i grandi principi rigidi, dottrinari, esigenti saranno belli da declamare, daranno soddisfazione al sistema ecclesiastico ma non al vissuto del popolo cristiano. E papa Francesco continua aspramente:” Stentiamo anche a dare spazio alla coscienza dei fedeli, che tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi. Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle” (paragrafi 36-37). Questo è l’esordio che ispira poi la parte finale dell’Esortazione Apostolica.

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