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Proposta
di dichiarazione conclusiva per l'incontro di IMWAC,
1. Nell'attesa del nuovo 1.1
" Nella strade d'Europa,l'appello al rinnovamento non smette di amplificarsi":
questa affermazione del Cardinale Miloslav Vlk ,arcivescovo di Praga, ci
insegue senza sosta.
1.2 La Chiesa cattolica deve mostrare chiaramente che essa è pronta ad accettare la diversità culturale dell'Europa e a vedervi un' occasione di formulare con umiltà la propria proposta di fede : Gesù Cristo ci ha mostrato il cammino della salvezza. Ma, in questo cammino, i cristiani non sono soli e molti cristiani non lo seguono. La promozione dell'unità e della pace esige il rispetto dell'alterità e l'elaborazione comune di una cultura della conciliazione. 2.Aiutare a costruire la pace 2.1
Da quando ci sono in Europa i cristiani hanno fatto troppo spesso
ricorso alla forza.
2.2 Eppure, sempre in questa Europa in cui potenze ecclesiastiche e secolari concludevano delle alleanze molto profane, alcuni tentativi teologici miranti a "domare" la guerra non hanno smesso di progredire. Nell'Atene antica, il primo tentativo per risolvere un conflitto sociale per mezzo del diritto aveva avuto successo. Pensatori politici cattolici del XVI secolo, teologi calvinisti e i fautori non conformisti della legge naturale hanno preparato il terreno sul quale hanno potuto crescere la democrazia ed il diritto internazionale. 2.3 Nessun conflitto armato non deve mai più devastare l'Europa che non dovrà costituire mai più una minaccia per alcun paese o per alcun popolo. Non si può più ammettere alcuna guerra civile o contro altri paesi, a maggior ragione sotto la copertura di motivi religiosi, con lo scopo dell'annientamento dell"altro" campo. Con tutti gli uomini di buona volontà la Chiesa cattolica deve contribuire alla creazione di un ordine sociale che faccia dell'Europa un continente di pace la cui cultura della conciliazione risplenderà aldilà delle sue frontiere. La pace deve diventare contagiosa! 3. Garantire i diritti umani 3.1
Da sempre la visione del mondo giudeo-cristiana è fondata sulla
convinzione che ogni essere umano è fatto ad immagine di Dio ( Gn
1,27) ed ha la stessa dignità di ogni altro .
3.2
I conquistatori europei hanno conquistato le Americhe rubando le loro terre
alle popolazioni autoctone e privandole della loro dignità. Nel
momento della proclamazione dei diritti dell'uomo quasi tutti gli alti
dignitari della Chiesa cattolica hanno brillato per la loro aassenza.
3.3 Tra i diritti più importanti c'è il riconoscimento dell'uguaglianza del valore delle donne nella società come nella Chiesa . Per i battezzati nel nome di Gesù Cristo " non c'è più nè ebreo nè greco, nè schiavo nè uomo libero, nè uomo nè donna " ( Gal 3, 28) . Nessun passo della Scrittura nega alla donna battezzata la dignità necessaria ad un ministero ordinato. Non si può trovare alcuna posizione di questo tipo neppure nella dottrina della Chiesa . 3.4
Donne eminenti hanno regnato sull'Europa ed hanno fatto la sua storia;
innumerevoli spose e madri l'hanno scritta in quanto eroine del quotidiano
o vittime di un sistema patriarcale autoritario . Si contano numerose donne
tra i profeti della nostra Chiesa : Hildegarde de Bingen, Caterina da Siena,
Teresa d'Avila.
3.5 La Chiesa cattolica deve ritornare sul rifiuto indegno della Santa Sede di firmare oggi ancora la Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo e deve dimostrare che essa difende senza alcun equivoco i diritti della donna all'uguaglianza nella Chiesa stessa, e ciò non solo a parole ma nei fatti. 4 . Salvaguardare la creazione 4.1
Avendo creato il mondo Dio " considerò la sua opera e vide che essa
era molto buona"
4.2
Noi abbiamo interpretato l'ordine di " coltivare e custodire" il giardino
dell'Eden (Gn 2,15) come una autorizzazione divina a sfruttarlo senza preoccupazione.
4.3 Niente è possibile senza la politica. E non si ha politica senza ricorso al potere. Usando di questo, cristiani e cristiane devono diventare degli esempi di attenzione agli altri e di rispetto della loro dignità . Il principio della ripartizione del potere (sussidarietà), del resto difeso dall'insegnamento sociale della Chiesa ma ormai interno alla legislazione dell'Unione Europea risponde a questa esigenza. Nel 1946, in un'assemblea di cardinali Pio XII affermava che bisognava applicare questo principio anche "nella vita della Chiesa". 4.4 La separazione dei poteri nella Chiesa cattolica rafforzerebbe le parrochie e le diocesi e, di conseguenza, la Chiesa nel suo insieme . Essa permetterebbe delle sperimentazioni a livello locale ( ordinazione delle donne, amministrazione di una parrocchia da parte dei laici, "viri probati", ecc...) prima di estendere le riforme al mondo intero. Essa incoraggerebbe anche delle forme di liturgie creative, artistiche e profetiche capaci di toccare il cuore dei fedeli . La nomina di un vescovo contro la volontà di una parte dei fedeli della diocesi o l'umiliazione di una conferenza episcopale regionale da parte del Vaticano (come quella recente dell'episcopato tedesco a proposito dei centri di accoglienza per le donne che desiderano abortire) costituiscono delle gravi violazioni del principio di sussidiarietà. 4.5
Nel corso della storia, la Chiesa ha progressivamente organizzato
le sue strutture .
4.6
La Chiesa cattolica ha l'obbligo di applicare il principio di sussidiarietà
non solamente in materia di decisioni amministrative ( nomina dei vescovi,
domande di riduzione allo stato laicale ecc...) ma anche nell'annuncio
delle verità di fede.
5.Confermare la comunione tra le Chiese 5.1
Secondo il documento conclusivo della seconda Assemblea ecumenica di Graz
( giugno'97) "noi abbiamo presentato al mondo lo spettacolo indegno di
un cristianesimo diviso". L'opinione ha da tempo richiesto che si metta
fine rapidamente a questo scandalo.
5.2
Tuttavia non dobbiamo ignorare i segni di una stasi del movimento
ecumenico.
5.3 La grande maggioranza dei cristiani e delle cristiane d'Europa hanno in comune il desiderio ardente di condividere la cena .Se il Vaticano insiste perchè sia meglio chiarito il problema dei ministeri tocca alla chiesa cattolica prendere delle nuove iniziative con coraggio,e perspicacia. Nella sua enciclica "Ut unum sint" il papa Giovanni Paolo II ha invitato a un "dialogo paziente e fraterno" anche sull'esercizio del ministero petrino. Questo invito non deve cadere nel dimenticatoio. 5.4 La Chiesa di Cristo nel suo insieme ( l'oikumene) ha il dovere di dare dei segni simbolici d'incoraggiamento. Uno di essi potrebbe essere il fissare una data comune per la celebrazione della pasqua cattolica, riformata e ortodossa. Si discuteva di questa questione già nell'antichità Non si può più rinviare l'accordo su questa questione . 5.5 L'Europa ha bisogno della riconciliazione dei cattolici, dei protestanti e degli ortodossi . Queste differenti confessioni hanno conosciuto uno sviluppo storico il cui frutto fa integralmente parte dell'eredità cristiana comune. L'Europa ha anche bisogno che si stabilisca un dialogo con le altre religioni e gli altri importanti movimenti spirituali.Il dialogo tra le tre religioni abramitiche : Giudaismo, Cristianesimo ed Islam richiede un'attenzione speciale e molto tatto. 5.6 Noi, cristiani d'Europa, dobbiamo riparare a secoli di persecuzione delle nostre sorelle e dei nostri fratelli ebrei, il cui vertice apocalittico è stato la shoah. A meno di riguadagnare la fiducia degli ebrei, che hanno fecondato lungo i secoli la cultura europea, sarà la radice stessa della nostra vita di fede che resterà inquinata. 5.7 Il nostro radicamento comune in Abramo ci collega ugualmente ai fedeli di un Islam che ha lui pure segnato la cultura europea medievale e i cui credenti fanno oggi parte integrante della popolazione di quasi tutti i paesi d'Europa . E' nostro dovere dialogare cordialmente con essi , per quanto siano differenti i nostri punti di partenza e per quanto ne siano inevitabili le ripercussioni. Credere nel modo di Abramo significa avanzare insieme fiduciosi nella promessa divina senza avere delle certezze sul cammino nè sulla sua conclusione. 5.8 La Chiesa cattolica deve prendere delle nuove iniziative per stabilire un dialogo ecumenico ed interreligioso. Le divergenze teologiche non devono più essere un ostacolo sul cammino dell'intercomunione. Sarebbe un gesto di grande importanza se il Papa invitasse i capi delle altre chiese cristiane a una comune celebrazione eucaristica e se i cristiani delle comunità cristiane di tutta Europa potessero accogliere ugualmente i fratelli e le sorelle delle altre denominazioni cristiane. 6. Proclamate semplicemente la gioia di Dio ! 6.1 Fondandoci sulla nostra fede e sulla nostra speranza noi siamo fiduciosi nel raggiungimento del nostro obiettivo finale. Dio è l'alfa e l'omega della nostra esistenza, il suo inizio e il suo compimento, la sua ispirazione ed il suo senso ultimo. Questo Dio che è un Dio della vita che chiama tutti gli esseri umani alla "pienezza della vita", ci invita ad esercitare la nostra responsabilità in quanto uomini ( "Là dove c'è lo Spirito del Signore, là c'è la libertà", 2 Co 3,17 ) ci permette senza interruzione di ripartire di nuovo e non ci abbandona mai nel momento del bisogno. Egli non disprezza la nostra realtà di carne e di spirito nè la condanna. 6.2 Secondo la bibbia Dio è l'amico degli uomini, saggio e paziente, generoso e giusto. Egli ritiene importante non il pagamento della decima sulla menta, l'anice o il cumino ma bensì "la legge, la giustizia e la misericordia" Mt.23,23). Egli abbraccia piuttosto il povero che l'orgoglioso circondato di pompe e di apparati. Spesso egli è più vicino a quelli che sono lontani che ai cristiani "praticanti" che si giustificano da soli ma che non sono cristiani che sui banchi di una chiesa e per niente nella vita quotidiana. 6.3
Noi sappiamo che il nostro discorso su Dio ricorre ad immagini insufficienti
: noi non possiamo che evocarlo con un linguaggio umano limitato. Ciò
ci obbliga a fare prova di modestia quando ci esprimiamo e presentiamo
delle opinioni teologiche.
6.4 E' inammissibile mettere l'accento sul discorso su Dio per distrarre l'attenzione da questioni cosidette " secondarie" come quella della divisione del potere nella Chiesa , di nuove scelte per il ministero ordinato, della revisione della legge del celibato e di un approccio ottimista alle diverse manifestazione della sessualità umana. "Ecco ciò che bisogna praticare senza tuttavia omettere il resto" per evitare che un giorno " non ingoiamo il cammello mentre stiamo filtrando la zanzara" (Mt 23,24) 6.5 Noi domandiamo ai vescovi riuniti in Sinodo a Roma, in unione con tutto il popolo di Dio, di riscoprire questa Europa piena di contrasti così come la nostra Chiesa anch'essa piena di contrasti : la luce e le ombre, un potenziale enorme per realizzare grandi cose o commettere degli errori, per suscitare in noi speranza o brividi di paura. L'imperfezione ed il male sono il bagaglio degli uomini fino ai loro ultimi giorni. Dio non abbandona alcuno dei suoi figli quando egli soffre cose che non possono essere evitate . Per le altre egli si affida a noi per renderle meno pesanti , non per gloriarci di questa responsabilità. 6.6
Gli errori del magistero acclesiale non devono precipitarci nel dubbio
e nella disperazione : "Tutti gli uomini devono pagare un tributo
all'errore ed allo spirito del tempo" (Karl Rahner).
6.7 I vescovi che partecipano al Sinodo per l'Europa devono mostrare al mondo una Chiesa che pratica essa stessa ciò che predica agli altri: promuovere la pace e l'unità nella diversità; condividere realmente le gioie ed i dolori della gente; guidare con tatto gli uomini e le donne perchè capiscano meglio il senso della vita e della sofferenza, della morte e della resurrezione . La Chiesa dovrebbe anche adottare un linguaggio semplice e promuovere una liturgia che tocchi il cuore e lo spirito dei fedeli in modo da essere "sempre pronti a dare una risposta per vostra difesa a chi vi chiede il motivo della vostra speranza" (1 Pietro 3,15) . La Chiesa dovrebbe adottare la saggezza espressa da Antoine de Saint-Exupéry: "Se volete portare la gente a stabilirsi in un paese lontano non insegnate loro a costruire dei battelli ma stimolate piuttosto in loro il fascino per l'immensità del mare ! ".
I
"E' tempo per noi di non seguire solamente il Papa confermando che la Chiesa è la comunità dei discepoli di Gesù ma vegliando a che la gente di oggi sperimenti veramente la Chiesa come tale"P.S. Affinchè il Forum di cristiane e di cristiani europei a Roma possa discutere approfonditamente questo testo è indispensabile la collaborazione del pensiero e dell'azione di molti uomini e donne. Per questo motivo preghiamo tutti i lettori e tutte le lettrici di inviare per E-mail i loro commenti all'indirizzo sotto indicato. Vogliate tenere presente che saremo inondati da una grande quantità di osservazioni. Vi preghiamo quindi di trattare l'argomento in modo succinto e concreto e di tenere presente che tutti i testi inviati non potranno essere ripresi interamente nella Dichiarazione finale. Malgrado ciò noi contiamo sulla vostra collaborazione e speriamo che, grazie ad essa il Sinodo possa essere liberato dalla sua dorata gabbia episcopale e diventare qualcosa che riguardi tutto il Popolo della Chiesa. Inviare i vostri testi a: |
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